Il secondo ciclo di seminari di filosofia del lavoro, organizzati dal “Seminario permanente di filosofia del lavoro” e dalla “Società italiana di Teoria Critica” e a cura di Giorgio Fazio e Laura Pennacchi.
Gli incontri si svolgeranno in diretta on line e in presenza fisica a Villa Mirafiori a Roma (Dipartimento di Filosofia della Sapienza), a partire da ottobre, dalle ore 16 alle 19, con cadenza mensile.
Si partirà il 19 ottobre
Il punto di partenza di questo percorso di riflessione collettiva è una semplice constatazione.
Il tema del lavoro è tornato ormai da qualche tempo al centro del dibattito pubblico e specialistico.
Si discute sulle sue profonde trasformazioni nel contesto della rivoluzione digitale, sulle sue regressioni e involuzioni, sulla sua invisibilità politica, così come sulla sua presunta fine e scomparsa futura (profezia in realtà vecchia quanto la nascita dello stesso lavoro moderno).
Molte di queste questioni sono al centro da anni della critica sociale, che ha rinnovato categorie classiche (come quelle di alienazione, sfruttamento, servitù volontaria), ha denunciato le nuove sofferenze sociali determinate dal lavoro contemporaneo, ha decostruito le false promesse di libertà delle nuove strategie di management neoliberali.
E tuttavia, come notano i membri del Collettivo francese ArTLib (Atelier de recherche Travail et Libertés) – nel libro appena pubblicato in Italia “Lavoro e libertà?” – il rischio è che la riflessione sull’altro aspetto costitutivo del lavoro – cioè autonomia, autorealizzazione, emancipazione – rimanga appannaggio esclusivo del discorso neoliberale e della cultura d’impresa, dove però il soggetto che lavora è considerato prima di tutto come risorsa umana da valorizzare.
La critica sociale rischia di abbandonare la promessa di libertà individuale e collettiva, di cui il lavoro è stato portatore fin dall’inizio della modernità, al discorso neoliberale.
Le istanze di autonomia e di emancipazione, proiettate ancora oggi dai soggetti del lavoro sul lavoro, nelle sue più disparate articolazioni – e che possono spiegare anche la loro sofferenza nel lavoro, così come è e così come è loro imposto – rischiano di rimanere poco tematizzate.
I seminari di filosofia del lavoro si concentreranno quindi su diverse questioni, per tentare di riflettere sui caratteri contraddittori e conflittuali dell’esperienza del lavoro contemporaneo (dominio e libertà?).
Cosa significa inoltre oggi proporsi di “de-mercificare, democratizzare, disinquinare il lavoro”?
In che senso queste tre istanze possono essere immaginate come presupposti politici di qualsiasi ricerca personale di nuovi equilibri tra lavoro e non lavoro (se è vero che non basta ridurre il tempo di un lavoro alienante per superare l’alienazione)?
Domande ineludibili per pensare anche altre questioni cruciali del nostro tempo, come il futuro della democrazia, la transizione ecologica, il senso della sinistra, i rapporti tra centro e periferie globali.
Per il calendario degli appuntamenti del seminario:
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